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martedì 26 aprile 2011

LE PIANTE della SPERANZA

Per CHERNOBYL e FUKUSHIMA


Disastri come quelli di Chernobyl e Fukushima cambiano la storia dell'umanità, le infliggono una ferita profonda, ne violentano e ne trasformano irrimediabilmente il suo dna, purtroppo anche nel vero senso della parola. Le zone limitrofe al disastro rimangono luoghi spettrali, come spettrale è il nemico che vi si aggira, e vi si aggirerà per secoli, spietato e fatale, la radioattività. Gli uomini scompaiono, evaporano nella nube di polvere lasciata dalla loro opera distruttiva, e cala un silenzio angosciante, tutto rimane immobile, come una fotografia che con il passare del tempo ingiallisce, tutto muta rimanendo immutato. E ancora una volta la natura offre uno spiraglio di salvezza agli uomini stolti e dannati, offre loro una possibilità, una speranza di rinascita. E ancora una volta questa rinascita ha origine da un semplice piccolo seme.
        
Le piante possono bonificare il terreno inquinato da metalli pesanti ed elementi radioattivi. Tale capacità venne evidenziata già nel lontano 1948 da alcuni ricercatori italiani e poi approfondita in uno studio del 1977 in Nuova Zelanda e negli anni '80 negli USA. Il dramma verificatosi in Ucraina diede poi la possibilità ai ricercatori di sperimentare effettivamente sul campo questa tecnica depurativa. Trascorsi circa otto anni infatti dal disastro di Chernobyl vennero avviate delle sperimentazioni proprio basate sulla capacità delle piante di estrarre dal terreno sostanze inquinanti. La tecnica che venne utilizzata è nota agli addetti ai lavori con il nome di "Phytoremediation" ed è oggi utilizzata in siti contaminati da metalli pesanti o altri inquinanti per i quali si rende necessaria una bonifica ambientale. Nei terreni vicini a Chernobyl vennero coltivati i girasoli, piante in grado di assorbire mediante la crescita i radionuclidi cesio 137 e stronzio 90.  In uno stagno nei pressi della centrale, dove l'acqua risultava altamente radioattiva, vennero costruite delle zattere e sopra vennero coltivati sempre i girasoli. Le loro radici assorbirono gli inquinanti radioattivi dall'acqua, bonificando lo stagno. Negli Stati Uniti agenzie governative insieme a società private, come la Exxon Corp. e la DuPont,  hanno testato e continuano a farlo diverse varietà botaniche capaci di assorbire inquinanti dal terreno. Certo questa tecnica è lenta rispetto ad altre procedure di tipo chimico, ma è sicuramente meno invasiva e meno costosa; e in alcuni casi, soprattutto quando il problema è rappresentato dalla radioattività, forse è l'unica alternativa possibile.
      
Ma come fanno le piante a purificare il terreno? Nel lunghissimo processo evolutivo le piante hanno sviluppato dei meccanismi metabolici sofisticati per detossificare un'ampia varietà di substrati chimici e renderli più favorevoli alla vita. Inoltre le piante sono ricche di microbi e funghi che possono aiutare a decomporre e smaltire le sostanze chimiche. I radionuclidi in particolare non vengono metabolizzati dalle piante ma vengono stivati nelle radici e nelle foglie. I vegetali così sviluppati verranno gestiti come rifiuto radioattivo, non dovranno pertanto essere lasciati sul posto a decomporsi altrimenti gli elementi radioattivi tornerebbero ad inquinare il terreno. La capacità di assorbimento delle sostanze inquinanti può differire da una varietà botanica all'altra e, mentre è riconosciuta a tutte le piante in genere tale capacità, ve ne sono alcune che eccellono: le cosiddette "piante iperaccumulatrici", quelle in  grado di assorbire concentrazioni di metalli pesanti fino a 500 volte maggiori rispetto alla norma. Le piante iperaccumulatrici sono in sostanza quelle che tollerano valori elevati di metalli nell'apparato radicale e nelle foglie, e che trasferiscono gli stessi da un apparato all'altro.


   
Allora la botanica come piccola speranza da coltivare per un futuro migliore. I giapponesi, gli ucraini e tutte le popolazioni violentate dall'inquinamento della terra e dell'aria, tutti dovrebbero prendere un seme ed interrarlo. La nascita di una piantina sancirà la rinascita della speranza e della voglia di vivere. Nella speranza che il Giappone diventi il paese del GiraSol levante, invito tutti i seminatori a seminare, seminare e seminare, come unica, silenziosa ma efficace risposta verso la follia dilagante del genere umano.

    
       

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